Il morbo di Alzheimer è una malattia molto diffusa, 44,4 milioni di persone ne sono colpite a livello globale, ed è anche una delle più terribili perché fa sì che si arrivi a stadi in cui si perdono gran parte delle proprie capacità cognitive e, quindi, la propria identità.
Non esistono attualmente vere e proprie cure, soltanto medicinali che ne alleviano i sintomi; una dieta ricca di antiossidanti può tuttavia prevenirne la comparsa o rallentarne il processo degenerativo. Un filone di studi ha dimostrato le utilissime proprietà della melagrana in tal senso.
Questo frutto è ricco di punicalagina, un polifenolo dalle riconosciute proprietà antinfiammatorie.
Nel 2014 lo staff del dottor Olumayokun Olajide, scienziato dell’Università inglese di Huddersfield, in collaborazione con l’Università tedesca di Friburgo, ha condotto una serie di esperimenti su cellule cerebrali isolate dai ratti, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Molecular Nutrition & Food Research. La punicalagina inibisce la neuro-infiammazione della microglia (i macrofagi residenti nel sistema nervoso centrale), che causa una distruzione di gruppi di neuroni, responsabile del peggioramento dei sintomi della demenza. La melagrana è quindi ottima per rallentare il progredire della malattia.
L’Alzheimer è associato ad un accumulo di una placca “beta-amiloide” nelle cellule cerebrali, cosa che causa la perdita di mielina, la sostanza che riveste cellule e neuroni. L'assenza di mielina a sua volta provoca una sconnessione delle cellule stesse, che impedisce alle informazioni di essere trasmesse in modo adeguato. Uno studio dalla Loma Linda University ha verificato come la somministrazione di succo di melagrana ai topi geneticamente modificati per sviluppare l’Alzheimer riduca la quantità della proteina tossica beta-amiloide rinvenuta nei loro cervelli all’autopsia. Alla base di tutto c'è un processo di ossidazione cellulare, e le proprietà antiossidanti del "frutto della salute" sono già state ampiamente riconosciute dalla comunità scientifica.
Importanti anche i recenti risultati ottenuti su un campione di pazienti sottoposti a intervento cardiaco, cui spesso fa seguito un deficit della memoria. Il gruppo a cui è stato somministrata la melagrana in maniera costante non solo non ha subito tale deficit, ma ha pure migliorato le prestazioni mnemoniche a sole 6 settimane dall'intervento.
Il dottor Olajide sta attualmente lavorando alla realizzazione di un farmaco per curare il morbo di Alzheimer a base di melograno (tanti dei suoi principi cono contenuti non solo nella polpa del frutto, ma anche nella buccia); consiglia comunque di assumere succo di melagrana concentrato al 100% - ovvero spremere i frutti con uno spremitore che ne mantenga inalterate le proprietà - di modo da avere una concentrazione di punicalagina del 3,4%.
Il succo di melagrana è dunque efficace nel prevenire o comunque rallentare tutte le malattie causate da infiammazioni - non solo l'Alzheimer, ma anche l'artrite reumatoide, il morbo di Parkinson e persino il cancro - per le sue riconosciute proprietà antiossidanti.